La nascita della Scuola di Applicazione di Ponti e Strade (1806 - 1815). Università e le discipline scientifiche in Italia ed Europa.

Università e le discipline scientifiche in Italia ed Europa.

La nascita della Scuola di Applicazione di Ponti e Strade (1806 - 1815).





Le Università e discipline scientifiche nel resto d'Italia. Nel 1725, a Torino, il re Vittorio Amedeo II (1°) aveva promulgato gli statuti dell' Università che stabilivano alcuni criteri di formazione teorica per gli ingegneri civili. Questi ultimi dovevano sostenere un esame di approvazione presso uno dei professori di matematica dell'Università. Nel 1739, sempre a Torino fu creata l'Accademia Militare, rivolta allo studio delle fortificazioni e delle artiglierie. Nel 1772, delle successive Costituzioni, stabilivano i corsi di Matematica e di Costruzione che dovevano essere seguiti dai regi ingegneri; tali corsi erano ripartiti in cinque anni, nel primo dei quali si dovevano insegnare l'analisi algebrica, nel secondo le sezioni coniche, nel terzo l'analisi degli infinitesimi, nel quarto la teoria del moto dei solidi, nel quinto quella del moto dei liquidi. Scuole per Architetti ed Ingegneri erano poi state costituite a Milano, nel 1795, in esecuzione dell'editto di Maria Teresa del 1761, con il quale veniva dettata una delle più complete discipline per l'ordinamento della professione di ingegnere; di tale scuola non è rimasta traccia.
A Modena, nel 1757, era stata istituita un "Accademia di Architettura Militare per comodo ed erudizione non solo di Ingegneri ed Artiglieri, ma ancora di qualsivoglia Uffiziale e di qualunque altra persona". È la fondazione, sotto il periodo di occupazione napoleonica, della scuola del genio e dell'artiglieria, a portare in Italia il modello dell'Ecole Polytechnique. La scuola di Modena è l'unica di istruzione superiore completamente gratuita della repubblica cisalpina, e poi del Regno. Al corso vengono ammessi 28 aspiranti. A conclusione del triennio si ottengono le abilitazioni alle professioni di ingegnere o di artigliere. Ma il 1° giugno del 1814, all'avanzare delle truppe austriache, la Scuola viene chiusa. L'insegnamento tecnico superiore, volto alla formazione degli ingegneri, soprattutto civili, viene impartito nelle facoltà di scienze fisiche e matematiche, ma presenta forti lacune. Le due uniche scuole speciali esistenti i Italia alle soglie del XIX secolo, la Scuola di Ponti e Strade fondata a Napoli nel 1811 e la Scuola per gli ingegneri sorta a Roma nel 1817, sono strutture prive di organizzazione e fortemente carenti di attrezzature scientifiche e didattiche. Il Corpo dei pionieri, e in particolare l'Istituto dei cadetti matematici pionieri, fondato tra il 1823 ed il 1824, costituiscono un'eccezione. Questo istituto fa rinascere un interesse per l'istruzione tecnica nei terrritori di Modena e Reggio. Il corso, unico in Italia, ha la struttura di un vero corso universitario. La sua durata è di cinque anni, e vi si insegnano, dopo un anno preparatorio, il calcolo algebrico ed analitico, l'architettura teorica e sperimentale, la geometria descrittiva, la meccanica, l'idraulica. Dopo i moti del 1848 tutti i convitti universitari verranno soppressi (V. Marchis, Storia delle Macchine, p.178; Editori Laterza 1994).
NOTA (1°): Vittorio Amedeo II compì uno sforzo non indifferente per dare solide basi finanziarie alla nuova Università e questa politica venne sostanzialmente mantenuta nel corso del secolo. ......Gli stipendi venivano regolarmente pagati: E i professori, che godevano di condotte perpetue, potevano dedicarsi agli studi senza eccessive preoccupazioni per il futuro, tanto più che dopo quattordici anni di insegnamento,..... in caso di ritiro, godevano del titolo di professore giubilato, con metà stipendio. (Marina Roggero, Storia D'Italia, Annali 4, Einaudi 1981, p.1072).
Le Università e le discipline scientifiche in Europa. Anche nel resto d'Europa assistiamo inizialmente alla nascita di Scuole destinate alla preparazione dei militari: in Francia nel 1720 nasceva la prima scuola per ingegneri, creata come scuola militare; in Inghilterra, nel 1741, era sorta la Royal Military Accademy, per la preparazione degli ufficiali di artiglieria e del Genio. Nella seconda metà del Settecento, in Inghilterra, e più precisamente a Manchester, dottori, fisici e "filosofi naturali" divulgano le più recenti scoperte scientifiche. In particolare John Banks è uno dei lecturers più assidui nelle regioni nord-occidentali. Le sue opere sono la sintesi di più di 20 anni di lezioni impartite ad un pubblico vastissimo sotto gli auspici del College of Art and Sciences. ..... Queste lezioni anticipano sotto molti aspetti l'opera dei Mechanics' Institutes. Henry Clarke, dopo aver viaggiato per tutta l'Europa, fonda a Salford nel 1765 la Commercial and Mathematical School. Nel 1772 istituisce numerosi corsi serali e garantisce ai giovani una "preparazione sugli aspetti scientifici delle professioni meccaniche e sugli aspetti più interessanti della scienza teorica e sperimentale, corrredandoli con esperimenti con una moderna apparecchiatura" . I lettori itineranti provengono da differenti formazioni culturali: alcuni sono autodidatti, altri laureati in università scozzesi, altri ancora artigiani e costruttori di orologi......Dal 1784 al 1792 Isaac Milner, primo titolare della Jacksonian Chair, allestisce presso il Queen's College un laboratorio di meccanica con torni, mole, mantici, forni, banchi elettrostatici, e quivi inizia una vasta attività di sperimentatore..... Il corso tenuto da William Farish a Cambridge è il primo serio tentativo - come lo definì Hilken -, in tutte le università inglesi, di studiare le applicazioni industriali della tecnologia, ed è il primo a insegnare la disciplina della "costruzione di macchine" come materia autonoma (V. Marchis, Storia delle Macchine, p.176-177; Editori Laterza 1994). Continuando ad esaminare quanto accadeva in Europa nel periodo tra il XVI ed il XVIII secolo, è possibile osservare che, verso il 1690, il duca Francesco d'Este aveva fondato in modena l'Accademia di Architettura militare; nel 1745 il duca Carlo I aveva fondato il Collegium Carolinum di Brunswick con scuola di miniere. In virtù di una ordinanza (1744) di Luigi XV che istituisce un ufficio di disegnatori per la rilevazione di una mappa delle strade di Francia, sotto la direzione dell'ingegnere Jean-Rodolphe Perronet (1708-1794), nel 1747 era sorta la celebre &Eacutr;cole des Ponts et Chaussèes, con il compito di preparare i tecnici del Corpo di Ponti e Strade, scuola che solo dopo il 1791 ebbe il carattere di istituto superiore. Sempre in Francia era sorta, nel 1748, l'Ecole des Ingenieurs de Mezieres (2°), con il compito di preparare gli ufficiali del genio militare e ancora nel 1794-1795 l'Ecole Polytecnique, (Politecnico di Ingegneria). Le nuove istanze culturali introdotte dalla rivoluzione francese portano alla creazione in Francia dell' Ecole de navigation e de cannonage maritimes, l'Ecole des armes, l'Ecole de travaux publics (1794), il Conservatoir des Arts et Metiers (1794). Seguono in Europa il Politecnico di Praga (1806) e quello di Vienna (1815) (V. Marchis, Storia delle Macchine, p.176-177; Editori Laterza 1994).
NOTA (2°): Ecole des Ingenieurs de Mèzières (1748-1794). La durata degli studi era di due anni ed un esame sanzionava ciascuno di essi. Il diploma di ingegnere era subordinato ai risultati degli stages successivi che il candidato effettuava nelle diverse armi. Monge fu tra i professori famosi di questa scuola.
LA NASCITA DELLA SCUOLA DI APPLICAZIONE DI PONTI E STRADE (1806 - 1815). Agli inizi dell'ottocento, la situazione della cultura scientifica universitaria non poteva dirsi certamente brillante: Il Settecento era stato una stagione gloriosa per la cultura napoletana, e in parte anche per la matematica: Niccolò de Martino e il fratello Pietro avevano pubblicato i primi manuali della nuova fisica, di algebra e geometria cartesiana. Dopo di loro altre figure, notevoli nell'ambito italiano, avevano continuato la loro opera di trattatisti (Giuseppe Orlando, Vito Caravelli ecc.). La drammatica fine della Repubblica Napoletana del 1799, alla quale avevano aderito molti scienziati, pose fine a questo periodo favorevole: chi non fu ucciso dalla reazione borbonica, come Nicola Fiorentino e Vincenzo De Filippis, trovò scampo all'estero (Vincenzo Porto). Una nuova emigrazione si verificò dopo la parentesi murattiana. Carlo Lauberg e Annibale Giordano vissero esuli in Francia, modificando i loro cognomi (Laubert, Jordan), Ottavio Colecchi trovò posto in Lituania. A Napoli rimase il vecchio Nicola Fergola e il suo modesto allievo Flauti, impegnati su campi marginali della geometria sintetica. Nella prima metà dell'Ottocento la vita matematica napoletana finì così con l'essere legata essenzialmente alla scuola per ingegneri, fondata da Murat, e all'Osservatorio astronomico.
Istituzioni scolastiche civili. Una vera scuola, il cui ordinamento può essere considerato l'ispiratore di quello delle moderne facoltà di ingegneria, fu realizzata a Napoli nel decennio di occupazione del Regno di Napoli da parte dei Francesi, nel periodo 1806 -1815. I Francesi sembra avessero particolari attitudini all'ingegneria e di ciò si trova conferma dando uno sguardo alle opere pubbliche da loro realizzate nel Regno di Napoli, sotto Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Napoleone Murat. Il 18 Novembre 1808 fu decretata in Portici dal Murat (3°) l'istituzione di un Corpo Reale di Ponti e Strade, la cui direzione venne affidata, con lo stesso atto, al generale di divisione Jacques David Martin de Campredon. Successivamente, con decreto del 4 marzo 1811, fu costituita una Scuola di Applicazione, per la formazione degli ingegneri addetti a tale Corpo. Il 26 gennaio 1809, il Murat incaricava una commissione di presentare un progetto di legge sulla pubblica istruzione. Segretario della commissione era il signor Tito Manzi, gli altri membri erano l'Arcivescovo di Taranto, Giuseppe Capecelatro, il Vescovo di Lettere e Gragnano, Bernardo della Torre, Melchiorre Delfico e Vincenzo Cuoco. Nasce così quel Rapporto e progetto di legge per la riforma della pubblica istruzione, dovuto soprattutto a Vincenzo Cuoco, membro della sopra citata commissione. Nella visione del Cuoco(4°), come appare dal Rapporto, sull'ordinamento di quelli che oggi si chiamano studi d'Ingegneria, l'istruzione universitaria, che egli chiama sublime, è considerata un terzo grado, rispetto all' istruzione primaria ed all' istruzione media. Le scienze sono considerate come operative: esse si dividono in tante classi operanti, quanti sono gli usi della vita civile ai quali sono addette. Le scienze prendono il nome di professioni. Di queste, alcune, o di uso meno generale quali sarebbero la Veterinaria e la Mineralogia, o addette a particolare servizio dello Stato, quali l'Artiglieria, la Marina ecc. formano il soggetto dell'istruzione nelle Scuole speciali. Le altre si dovrebbero riunire in un sol corpo, formando le Università. Nel disegno del Cuoco pertanto, per quanto attiene alle scienze matematiche e fisiche, si prevede che la maggior parte di esse sia insegnata all'Università, nella Facoltà delle Scienze fisiche e matematiche, ed in particolare che vi si debbano insegnare:Matematica sintetica - Matematica analitica - Calcolo degli degli infiniti - Arte euristica o dell' invenzione meccanica - Meccanica - Fisica sperimentale - Geologia - Botanica e Fisiologia vegetale - Mineralogia - Chimica. Alla stessa Facoltà doveva appartenere l'Osservatorio con un professore di astronomia e due aggiunti uno dei quali incaricato di un corso di ottica. Alla cattedra di Fisica sperimentale doveva essere unito un gabinetto di macchine, ed al professore doveva essere assegnato un aggiunto; anche le due cattedre di Mineralogia e Chimica dovevano avere un gabinetto mineralogico ed un laboratorio. Il professore di Chimica doveva avere un aggiunto, incaricato dei corsi di Farmacia. L'insegnamento di alcune di queste scienze, e della maggior parte delle loro applicazioni, viene dal Cuoco riservato alle Scuole speciali, alle quali occorre aggiungere anche la Scuola unita al Museo delle Arti meccaniche, presso il R. Istituto di Incoraggiamento. Così per le Meccaniche particolari come l'Idrodinamica, l'Idrostatica, l'Idraulica, così per la Metallurgia. La Meccanica pratica, corrispondente all'antica Fisica sperimentale generale, è invece assegnata a quel tipo di istituto medio detto Scuola delle Arti. Il progetto considera scuole speciali quelle: di Veterinaria, di Navigazione, di Mineralogia (Metallurgia), dei Sordomuti, Politecnico, di Ponti e strade, di Applicazione per Artiglieria e per il Genio, dettando norme per le prime tre e dichiarando che le altre sarebbero dovute essere regolate da particolari regolamenti. L'insegnamento dell'Architettura civile, secondo il progetto, avviene nell'esistente Scuola delle Arti e del Disegno. All'Istituto di incoraggiamento e di Arti meccaniche, il progetto assegna il compito di occuparsi particolarmente del progresso delle industrie e dell'economia del Regno, stabilendo che a detto Istituto sia unito un Museo destinato a raccogliere i modelli di tutte le macchine, con il nome degli inventori; a questo Museo avrebbero dovuto essere unite le Scuole pubbliche di matematica pratica, di Chimica applicata alle Arti, di Geometria pratica e descrittiva, di Disegno o di ornato relativamente alle Arti, di Stereotomia e Costruzione, di Agricoltura. Dopo più di mezzo secolo troveremo realizzato questo schema nel Regio Museo industriale di Torino alla cui ideazione, per le molte corrispondenze, la concezione del Cuoco certamente non fu estranea. Il progetto propone, infine, un organico sistema di norme per il conferimento dei gradi accademici, l'approvazione, la licenza, e la laurea, e per la loro utilizzazione ai fini professionali. A raffrontare le norme del decreto Murat, del 29 novembre 1811, contenente la disciplina dell'ordinamento della pubblica istruzione, con quelle corrispondenti del Progetto del Cuoco, non è difficile trovare che lo schema originario, pur subendo notevolissimi tagli, è ancora seguito fedelmente in parecchie sue disposizioni. Per quanto riguarda le norme che regolano, nel decreto murattiano, la facoltà delle Scienze matematiche e fisiche, troviamo che le materie d'insegnamento sono le stesse del progetto Cuoco, con eliminazione del Calcolo degli infiniti e dell'Arte euristica o dell'invenzione meccanica. Anche le norme relative ai laboratori ed al Gabinetto delle macchine rimangono in vita. Come nel Progetto, anche nella Legge, i gradi accademici sono tre: l'approvazione, la licenza e la laurea, mentre si rinvia ad apposito regolamento il compito di fissare i requisiti ed il modo di conferire i gradi e quello di disciplinare le professioni per il cui esercizio si richiedevano. Tornando al decreto murattiano del 1811, ricordiamo che in esso si deliberava lo stabilimento di una Scuola d'Applicazione nel Corpo degli Ingegneri di Ponti e Strade, per istruire 12 alunni scelti ad esame, dei quali sei, dopo aver frequentati i corsi e dopo essere stati prescelti, dovevano andare a coprire le corrispondenti piazze di aspiranti, presso il Corpo: piazze che venivano istituite con lo stesso decreto. Agli alunni della Scuola veniva assegnato un trattamento annuo di ducati 120 ducati, agli aspiranti, quello di ducati 240, più 180 ducati per la loro campagna. Con la trasmissione del decreto relativo all'istituzione della Scuola e alla regolamentazione della sua attività, fatta il 23 marzo 1811, dal Ministro dell'Interno al Generale Campredon, consigliere di Stato e Direttore Generale di Ponti e Strade, la Scuola di applicazione di Ponti e Strade iniziava la sua vita. Il 1 maggio 1811 veniva bandito il concorso per l'ammissione dei primi dodici alunni. Mentre pervengono le istanze dei candidati, si procede alla formazione di un Corpo di esaminatori ed alla scelta dei docenti. Le prime designazioni sono quelle dell'abate Giuseppe Conti(5°), per la cattedra di Fisica sperimentale, di Chimica e Mineralogia e del prof. Leopoldo Laperuta per la cattedra di Architettura civile e delle Arti del disegno relative alle costruzioni in generale. Fra le materie di esame, particolare importanza veniva assegnata alla matematica; l'incarico fu affidato prof. Felice Giannattasio(6°), allora presso la Scuola militare. Il principio cui si dovevano conformare gli studi era quello di portare l'allievo alla diretta scoperta del fatto conoscitivo, recependolo per mezzo della esecuzione manuale e materiale di questo o quello oggetto, di questo o quello esperimento, principio che costituisce un orientamento del tutto nuovo in questo genere di studi. Tale principio viene poi integrato e completato dall'altro, che tende alla progressiva applicazione pratica delle nozioni scientifiche apprese, in modo da portare alla formazione di una diretta e sempre più allargata esperienza dell'allievo e quindi alla graduale formazione della sua vera e propria capacità tecnica. Ad esempio, nel corso di Meccanica, dedicato allo studio del trattato del Francoeur(7°), per quanto riguarda la Meccanica generale, nonchè a quelli di Belidoro per l'Architettura, idraulica, di Fabre per i mulini, della Scuola Politecnica di Parigi per le macchine, del Dubuat per i Principi idraulici nonchè del Frisi, Bossut, Ximenes, Mari ecc., per le Applicazioni Idrauliche, l'attività didattica è basata, in tanta sua parte, sull'Applicazione delle Macchine e sull'Applicazione dell'Idraulica. La Direzione Generale del Regio Corpo dei Ponti e Strade si era installata nel Palazzo appartenente alla famiglia Ruffo dei Duchi di Bagnara, che Carlo Fontana aveva costruito intorno al 1660, e che si affacciava sul largo del Mercatello (attuale Piazza Dante), attiguo al convento unito alla Chiesa di S. Maria di Caravaggio. E fu il convento di Caravaggio, ove i Padri Scolopi avevano un loro istituto d'istruzione, che venne prescelto quale sede della Scuola. Per utilizzarlo, si pose quindi mano ai lavori di sistemazione, pur avvedendosi fin dal primo momento che i locali non erano adeguati alle esigenze. La vita della Scuola di Applicazione, dal febbraio del 1812 al novembre del 1814, è dominata dalla personalità del Direttore Generale Pietro Colletta(8°). Pietro Colletta riorganizza anzitutto gli insegnamenti, dando istruzioni sulle modalità di insegnamento da parte dei docenti ed indicandone i programmi, che, grosso modo, si rifanno agli schemi già formulati, ma con una maggiore precisione, specie per gl'insegnamenti di applicazione. Sulla scorta delle fissate istruzioni e sotto la guida degli stessi insegnanti si susseguono i corsi 1812-1813 e 1813-1814, con il quale ultimo si chiude anche il primo triennio. Le vicende belliche intanto richiamano sempre più altrove il Colletta, che, dal 27 giugno 1813, è stato nominato Maresciallo di Campo, ed al quale è stato affidato il Comando del Genio dell'Armata attiva. Dal febbraio 1815 successivo, Direttore generale di Ponti e Strade è il Maresciallo di Campo Francesco Costanzo. Il barone Costanzo resta a dirigere il Corpo negli anni 1815 e 1816 superando il difficile momento del ritorno della dinastia regnante. Dagli atti amministrativi si rivela che almeno per il 1815 rimane in vita una certa attività della scuola, alla quale vengono accreditati dei fondi.
NOTA (3°): Il periodo chiamato "Decennio francese" cominciò con l'occupazione di Napoli da parte di Giuseppe Bonaparte il 14 febbraio1806 ( ..A' 14 febbraio le prime schiere francesi occupano la città...-- Pietro Colletta -- Storia del Reame di Napoli, Vol.2°, p.216 -- Libreria Scientifica Editrice, Napoli), nominato re il marzo successivo e rimasto in carica fino al 15 luglio 1808, quando divenne re di Spagna. Al suo posto fu chiamato Gioacchino Murat che rimase al governo fino al marzo 1815.
NOTA (4°): Vincenzo Cuoco nato nel 1770 a Civitacampomarano (CB). Filosofo e uomo politico, dopo la fallita rivoluzione napoletana del 1799, si rifugiò a Milano dove fondò il "Giornale italiano" e divenne funzionario della repubblica cisalpina. Scrisse nel 1801 la prima edizione del famoso Saggio sulla Rivoluzione Napoletana del 1799 (in cui criticò l'astrattezza e gli schematismi dei giacobini, e sostenne che la loro era una "rivoluzione passiva", portata a Napoli da un esercito conquistatore e fondata su ordinamento del tutto estranei alla mentalità delle masse meridionali) influenzato dal pensiero di G.B. Vico e dalle idee illuministiche. Nel 1806 uscì la seconda edizione dello stesso saggio, modificata e più moderata rispetto alla prima edizione. Nel 1806, rientrato Napoli, ricoprì posizioni di rilievo nel governo di Gioacchino Murat. Morì a Napoli nel 1823.
NOTA (5°): L'abate Giuseppe Conti nato a Pellegrino parmense il 17 gennaio 1779, nel 1801 aveva ottenuto l'insegnamento come ripetitore sulla cattedra di Fisica e di Matematica presso il Collegio Lalatta di Parma. Espatriò a Napoli; dopo due anni dedicati all'insegnamento privato, fu nominato professore di Fisica sperimentale, di Chimica e di Mineralogia nella Scuola di Applicazione della Direzione Generale di Ponti e Strade. Il 17 agosto 1809 fu nominato socio del Reale Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze Naturali di Napoli, fra le più importanti istituzioni nel periodo tra il 1806 e il 1819. La sua capacità inventiva ed innovativa nella tecnologia divenne preminente tra il 1815 e il 1845. Professore di Meccanica pratica, risolse il problema pratico dell'azionamento idrico delle macchine della grande filanda serica di San Leucio (Caserta); fino ad allora il problema era considerato insolubile a causa della lontananza e del dislivello esistenti tra la manifattura e le acque del fiume che dovevano alimentare l'opificio. Nel 1832 costruì anche la prima macchina a vapore italiana a bassa pressione. Una dettagliata descrizione di tali lavori realizzati nel suo laboratorio è riportata nella Gazzetta di Parma, 1827, pag. 37. Scrisse un metodo per raddoppiare le forze idrauliche a vantaggio dell'agricoltura e delle fabbriche. E' del 1837 un congegno per mietere cereali ed un mulino di nuova foggia. Nel 1845 ideò un nuovo metodo per utilizzare vantaggiosamente la forza motrice delle cadute d'acqua, applicabile a correnti di bassa velocità; perfezionò una pompa di metallo a stantuffo elastico per usi edili, industriali e per l'irrigazione dei campi, con potenze da uno a quattro cavalli, che gli fruttò una medaglia d'oro dal Re. Non è sicura la data della sua morte. Alcune fonti dicono che negli ultimi anni della sua esistenza fu pensionato dal re di Napoli e nella stessa città morì il 9 maggio 1855. (Sintesi di notizie riportate su internet, alla voce "giuseppe conti fisica sperimentale").
NOTA (6°): Fe1ice Giannattasio (1759-1849) Sacerdote, filosofo e matematico. Occupò un posto di prim'ordine nella Napoli illuministica dove frequentò l'Ignarra, e il Conforti, come lui giansenista per gli ideali di riforma dello Stato. Fu allievo di Luca Giordano con cui approfondì vari problemi di geometria, sostituendolo poi nella sua scuola. Ebbe modo di operare, sia all'Università che in una scuola privata che gli dava maggiore libertà, dove portò l'esperienza dei suoi viaggi in tutta Italia e della sua amicizia col naturalista francese Daniel Daubenton, e dove, insieme al Fergola, dette inizio ad un'ampia azione di diffusione della conoscenza di Newton con la spiegazione dell'opera fondamentale della fisica classica Philosophiae naturalis principia mathematica sia nella metodologia, che nella descrizione della grande macchina del mondo. Legato agli approfondimenti da lui condotti su Newton, nacque il suo studio sulle Sezioni coniche, che "indaga la cagione del mirabile fenomeno delle curve della natura, le orbite delle comete e le ellittiche traettorie", e che fu scritto "a pro' de' giovinetti". Occupò la cattedra di matematica al Collegio militare di Napoli e quella di Astronomia e di Sintesi sublime.
NOTA (7°): Louis Benjamin Francoeur (Parigi 1773 - Parigi 1849) . Nel 1804 professore di matematica all' Ecole Polytechnique; dal 1808, professore di matematica alla Facultè des Sciences, fino al 1845. Famoso come scrittore di testi di meccanica e di matematica.
NOTA (8°): Pietro Colletta (Napoli 1775 - Firenze 1831) - Ufficiale del genio nell'esercito borbonico, nel 1799 non celò le sue simpatie per la Repubblica Partenopea, e al ritorno dei Borboni fu perciò dispensato dal servizio. Percorse poi una rapida carriera militare sotto il regno di Gioacchino Murat, giungendo sino al grado di tenente generale. Per le sue eccezionali qualità non venne rimosso dal grado nemmeno dopo la Restaurazione, ma fu tenuto in disparte, finchè nel 1820, scoppiata la rivoluzione carbonara, gli fu dato l'incarico di sottomettere la Sicilia, compito che assolse con grande fermezza. Ma l'anno seguente, per sottrarsi alle persecuzioni della reazione borbonica, si autoesiliò e dal 1823 si stabilì a Firenze. A Napoli, negli anni della Restaurazione, scrisse una 'Memoria' militare sulla campagna d'Italia del 1815, che non vide allora la luce, e in Toscana volle dedicarsi con maggiore impegno agli studi storici e letterari, dando vita alla Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825, curata, specialmente per la forma, dagli amici Giordani, Niccolini, Lambruschini e Leopardi, e venne pubblicata postuma nel 1834. Nelle sue opere si trova un certo risentimento personale verso alcuni esponenti della politica napoletana, ed i caratteri distintivi dell'amore per la sua terra che Mazzini definì egoismo regionale piuttosto che patriottismo italiano.
Publication rapporteur and Research Coordinator: Prof. Lelio Della Pietra (Meccanica Applicata alle Macchine, Federico II, Ingegneria, Napoli).

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