Le Università e le discipline scientifiche tra il XVI ed il XVIII secolo
Nel Regno di Napoli
Fin quasi al termine del XVIII secolo si può dire che non esistono scuole o facoltà universitarie dove l'architettura e l'ingegneria vengano insegnate e che rilascino corrispondenti titoli accademici. Per quanto riguarda in particolare l'insegnamento della meccanica, sino al XVIII secolo, nelle Università italiane, essa rimane confinata negli schemi tradizionali della "filosofia naturale", nei corsi di preparazione al conseguimento del titolo di "magister artium". Nei corsi di fisica sperimentali lo spazio dedicato ad una meccanica del tutto aliena da ogni applicazione alle arti o alle macchine è assai limitato. Solamente l'architettura militare, l'architettura idraulica, l'artiglieria si possono considerare vere "scienze applicate", ma esse hanno pochi riscontri con il sistema di produzione dei beni materiali che, se pure dalle rivoluzioni culturali illuministiche ha ricevuto interesse ed attenzione, non si è ancora conquistato credito nelle Università (V. Marchis, Storia delle Macchine, p.175-176; Editori Laterza 1994). Tenendo presenti questi aspetti generali degli Studi universitari, guardiamo ora in modo più ampio a quanto accadeva in particolare a Napoli, nel periodo in questione; indicheremo nelle prossime pubblicazioni i principali avvenimenti nel resto d'Italia e quindi in Europa.
Le Università e le discipline scientifiche nel Regno di Napoli. La formazione di un ingegnere, nel periodo cui facciamo riferimento, avveniva in diversi modi: alcuni studiano scienze matematiche e, partendo da tali conoscenze teoriche, fanno poi pratica presso un ingegnere già esperto; altri pervengono all'attività di ingegnere per il tramite dell' Accademia delle Belle Arti; quelli che infine vogliono diventare architetti-ingegneri militari, seguono le scuole appositamente costituite. Le discipline scientifiche e tecniche, proposte ad un aspirante ingegnere, scaturivano dalla grande corrente del progresso tecnico moderno, che ha le sue origini nel XVI secolo. Lo sviluppo degli studi matematici e delle loro applicazioni ha dato un apporto primario all'evoluzione dell'ingegnere. In realtà lo studio storico sulla matematica a Napoli, dal 1650 al 1732, mostra che ci fu scarsa evoluzione, così come nelle scienze fisiche e naturali, almeno al cospetto di quanto accadeva altrove. Questo era dovuto alle deprimenti condizioni economiche ed ambientali nelle quali gli studiosi ed i docenti erano costretti a lavorare nel Regno di Napoli.
Molti esempi, ricavabili da documenti storici, mostrano che la tendenza degli studiosi, come matematici, fin dall'inizio del XVI secolo, era quella di rivolgersi verso l'aspetto applicativo delle scienze. Analizzando l'effetto di tale tendenza sugli enti scolastici sedi della formazione degli ingegneri, comunque considerati, si trova che le scienze tardano ad affermarsi negli organismi più antichi, come le Università, mentre si trasfondono più facilmente in organismi già rivolti verso l'immediato futuro, come le Scuole militari e quindi i maggiori progressi si trovano nel campo militare, dove le condizioni erano molto privilegiate. All'Università di Napoli l'insegnamento delle matematiche elementari non fu dato prima del 1654, quando per interessamento dell'avvocato Francesco d'Andrea si istituì la prima cattedra di matematica, attribuita a Tommaso Cornelio (Cosenza 1614- Napoli 1684) e solo nel 1703 si ottenne una cattedra perpetua di matematica. Queste due cattedre costituivano la Facoltà di matematica, che rilasciava un titolo di studio in matematica ai candidati che seguivano i corsi; la durata di tali corsi si adeguava di volta in volta al tempo necessario richiesto per l'apprendimento, da parte dei candidati.
Con la prima riforma proposta da monsignore Celestino Galiani si ebbe un netto passo verso le nuove tendenze, cioè verso una pratica applicazione delle scienze, con la creazione di una seconda cattedra di Matematica. La cattedra di Aritmetica ed algebra venne poi istituita nel 1761. Al Genovesi, che dal 1741 insegnava Metafisica all'Università, e per il quale l'Intieri, nel 1754, aveva fondato la Cattedra di Economia civile, di Meccanica delle arti e del Commercio, fin dal 1767 venne affidato l'incarico di proporre una riforma degli studi universitari da parte di Bernardo Tanucci. In essa Genovesi trasfuse gran parte delle sue concezioni. Il progetto di Genovesi non trovò pratica applicazione, ma servì ad ispirare alcune parti della riforma, che venne poi decretata da Ferdinando IV, in Portici il 26 settembre 1777. E' significativo che il decreto sia stato comunicato al cappellano Maggiore, con una lettera del Re dell'ottobre 1777, nella quale si precisava che era intenzione del Sovrano formare un corpo intero e compiuto, di ciò che è necessario alla perfetta istruzione della gioventù, cominciando dai primi elementi fino alla facoltà ed alle Scienze più sublimi.
Dopo questa riforma, che istituiva una facoltà di Matematica separata da quella di Scienze naturali, le cattedre di Matematica diventarono sei; tra esse c'erano quella di Meccanica, affidata al Padre Scolopo Nicolò Cavallo (1724- 1802) e quella di Architettura e Geometria pratica, affidata al canonico Torello. Nel 1802 vi erano le cattedre di Architettura civile e Geometria privata, Matematica analitica, Matematica sintetica e Meccanica Per venire incontro alle esigenze che nascevano dalla progettazione e costruzione dei grandi edifici, dei quali Carlo III stava dotando la capitale del Regno ed i suoi dintorni, nel 1752 fu fondata l'Accademia del Disegno, nello stesso anno in cui a Madrid veniva fondata l'accademia di S. Leonardo. L'ordinamento di questa accademia napoletana era diviso in due livelli di studio: il grado superiore era rappresentato oltre che da quella del Disegno, dall'Accademia del Nudo e dall'Accademia dell'Architettura; quest'ultima fondata intorno al 1762. In un primo momento i docenti di questa Accademia venivano scelti tra gli artisti appartenenti alle vecchie Reali fabbriche; essi, non essendo architetti, mostravano una grossa lacuna nell'insegnamento tecnico, che venne eliminata assumendo l'ingegnere Antonio Vincenzo Ferraresi, come docente di Architettura civile.
Tale Accademia, che aveva già sede nei laboratori reali, si trasferì nel Palazzo degli Studi. Parallelamente a quello descritto, lo sviluppo della Matematica a Napoli, nel periodo dal XVI al XVIII secolo, seguì un diverso percorso nelle istituzioni militari. Tale sviluppo non è avvenuto quindi nelle Università ma nell' Accademia militare, nella quale sorse un altro indirizzo di studi, che presto si contrappose a quello dell'Università e venne spesso in lotta con esso. Si trattava di studi analitici più moderni; il nuovo che era entrato in questa Accademia militare, e che da essa si diffondeva, nasceva in massima parte dagli studi scientifici ed in particolar modo da quelli di matematica e fisica, nelle loro molteplici accezioni ed applicazioni, ed era vivificato dai contatti che, anche sul piano europeo, si verificavano in tal campo fra docenti ed allievi, provocando un felice allargamento degli orizzonti scientifici e tecnici. Dopo aver istituito, nel 1735, l'Accademia di Marina e nel 1744, l'Accademia di artiglieria o degli Artiglieri, Carlo III istituiva, nel 1754, l'Accademia degli Ingegneri o del Corpo degli Ingegneri. Nel 1742 il Corpo degli Ingegneri ricevette un nuovo ordinamento. Il primo febbraio del 1754 fu nominato dal Re un direttore ed esaminatore dell'Accademia degli Ingegneri; tale incarico fu assegnato al matematico Niccolò de Martino, che il Re aveva richiamato dalla Corte di Spagna, ove era segretario d'Ambasciata.
Il 26 dicembre del 1769, dalla fusione delle due Accademie, degli Artiglieri e degli Ingegneri, nasce la Reale Accademia militare; le prime due si possono ritenere i progenitori della oggi conosciuta Accademia della Nunziatella. La Reale Accademia militare con ordine del 18 maggio 1777, eseguito il 18 novembre dello stesso anno, venne collocata nell'edificio della Nunziatella. L'abate Vito Caravelli ne fu direttore ed ordinatore degli studi, secondo il provvedimento reale del 10 maggio 1770, il quale stabiliva: "la formazione dei trattati scientifici che dovranno insegnarsi durante l'intero corso di quattro anni sarà un dovere del Direttore delle scienze, il quale vogliamo che debba formarli e pubblicarli come un corso militare, segnatamente addetto all'insegnamento della nostra Reale Accademia". Così Vito Caravelli pubblicò un corso di Matematica e di elementi di Astronomia e, nel 1786, un trattato sul calcolo differenziale (insieme ad un trattato di Vincenzo Porto sul calcolo integrale) ; Giuseppe Saverio Poli il Corso di Geografia e di Storia militare.
Nell'Accademia militare si praticavano i seguenti insegnamenti: Meccanica e Fisica sperimentale - Tattica - Calcolo sublime - Sezioni del cono - Trigonometria e Geometria pratica - Geometria solida - Geometria piana ed Aritmetica ragionata - Geografia - Eloquenza italiana - Lingua latina superiore - Grammatica latina ed italiana - Leggere e scrivere e numerare - Carattere - Disegno di figure - Disegno di campagna. Altro aspetto importante delle Accademie militari risiede nel fatto che esse non furono solo organismi operanti entro i confini patrii, ma furono strumento di contatti con le esperienze tecniche di altri paesi e di altri centri di studi. Relativamente ai contatti con le realtà di altri paesi, troviamo che Saverio Poli va in Inghilterra ad acquistare macchine, mentre Giuseppe Parisi conduce gli allievi per corsi di istruzioni in Francia e Germania.
Francesco D'Andrea (Ravello 1625 - Candela 1698): Fu membro e fondatore dell'Accademia degli Investiganti. Avvocato primario del Regno di Napoli, viaggiò e partecipò alla vita intelletuale ed agli studi scientifici in molti ambienti culturali italiani.
Celestino Galiani (San Giovanni Rotondo 1681 - Napoli 1753): Uomo enciclopedico, erudito, filosofo, storico della Chiesa, ma soprattutto matematico. Egli anche al giorno d'oggi é ritenuto dagli storici delle scienze come il più grande diffusore del Newtonianesimo in Italia. Gli fu assegnata la cattedra di matematica all'Università di Roma (1718). Nel 1731 mentre si recava a Foggia per aiutare e soccorrere i suoi concittadini scampati al tremendo terremoto del 20 marzo ebbe la notizia della sua nomina ad Arcivescovo di Taranto, dove stette per meno di un anno, perché il Re di Napoli lo nominò "Cappellano Maggiore del Regno di Napoli", carica importantissima che comprendeva il comando dell'istruzione, la carica di rettore dell'Università, Prefetto dei Regi Studi.
Bartolomeo Intieri: Intelligentissimo matematico e banchiere toscano di umili origini, si trapiantò a Napoli da giovane e si inserì totalmente nella vita della città (dalla Guida dello studente della Facoltà di Giurisprudenza dell' Università Federico II).
Marchese Bernardo Tanucci (Stia, Arezzo, 1698 - presso Napoli 1783): Docente presso l' Università di Pisa, entrò al servizio del duca di Parma Carlo di Borbone. Quando questi divenne Re di Napoli e della Sicilia, col nome di Carlo III, fu nominato ministro di giustizia (1752) e ministro degli affari esteri e di casa reale (1754). Alla partenza di Carlo III per la Spagna, divenne Ministro di Ferdinando IV, suo successore, ed ispirò la politica riformatrice della monarchia borbonica di Napoli.
La nascita ufficiale della "Nunziatella" risale al 18 novembre 1787, giorno di inizio dei corsi della Reale Accademia Militare. Con decreto dell'ammiraglio John Acton, Ministro della Guerra e della Marina del Regno di Napoli, il 28 maggio 1787 veniva assegnata alla Reale Accademia Militare il convento dei Gesuiti posto sulla collina di Pizzofalcone, accanto alla chiesa detta della "Nunziatella". ( Dal sito internet della Scuola Militare della Nunziatella).
Giuseppe Saverio Poli: Medico e naturalista, nato a Molfetta il 24 ottobre 1746, morto a Napoli il 7 aprile 1825. Studiò a Padova tra il 1765 ed il 1770; esercitò a Napoli la professione medica sino al 1776, quando fu nominato professore di storia e geografia militare presso l'Accademia Militare. Qui ebbe l'incarico di attrezzare il gabinetto scientifico per il suo insegnamento e per questo compì molti viaggi in vari paesi europei. Fu quindi nominato professore di fisica nel collegio medico degli "Incurabili" a Napoli. Durante i suoi viaggi raccolse abbondante materiale zoologico, che costituì la base del pregevole Museo Zoologico dell'Università degli Studi di Napoli.
Il Generale Giuseppe Parisi, nato nel 1747, morto il 14.5.1853 a Nocera, fu fondatore della più famosa ed antica Scuola Militare d'Europa, la "Nunziatella" di Napoli. Ingegnere militare e professore di matematica, già nel 1780 e 1781 pubblicò il 1° e 2° Tomo di Elementi di architettura militare composti per uso dell'Accademia del Battaglione Regal Ferdinando. Il 1° Tomo constava di pagine 328 e 12 tavole illustrative degli argomenti trattati ed il 2° Tomo di 335 pagine e 11 tavole; nel 1786 pubblicò un altro libro, continuazione dei primi due, scritto sempre per la Regal Accademia di pagine 311 e 37 figure e disegni riferiti all'opera descritta. (da "BASILICATA REGIONE Notizie" 2001).
Fonti per le ricerche: Archivio di Stato di Napoli | Biblioteca Università Federico II di Napoli, documenti e testi dal XVII al XX secolo | Testi dal XVII al XX secolo biblioteche Universitarie delle città di Roma, città di Firenze, città di Torino, città di Parigi | volume "LA SCUOLA D'INGEGNERIA IN NAPOLI 1811-1967" (a cura di Giuseppe Russo, pubblicato in occasione del trasferimento della Facoltà di Ingegneria da Mezzocannone ai nuovi edifici di Fuorigrotta) - estratti informazioni e documenti storici. |
Publication rapporteur and Research Coordinator: Prof. Lelio Della Pietra (Meccanica Applicata alle Macchine, Federico II, Ingegneria, Napoli).
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